ORGOGLIO E
PASSIONE
4 febbraio 1862: la famiglia Bacardí, guidata dal capofamiglia Don Facundo Bacardí Masso, acquista una distilleria a Santiago de Cuba. Decidendo di non seguire alcuna regola stabilita, creano miscele uniche grazie a un processo di lavorazione del rum innovativo che avrebbe cambiato per sempre i suoi metodi di produzione.

IL PIPISTRELLO
Per i cubani, i pipistrelli portano fortuna. Quando Dona Amalia Bacardí scoprì dei pipistrelli della frutta che si nascondevano nella distilleria, fece di tutto perché ce ne fosse uno anche sull’etichetta di ogni bottiglia. La nostra piccola mascotte ci ha aiutato a sopravvivere e ad avere successo contro ogni previsione? Non lo sapremo mai. Ma il pipistrello sarà sempre il nostro simbolo.

A volte mi chiedo se anche il pipistrello viva in esilio come noi, volando sopra l’isola e aspettando il momento giusto. Un giorno, quando tornerà a casa, noi lo seguiremo.
VICTOR ARELLANO DE SCHUEG
(5° GENERAZIONE DELLA FAMIGLIA BACARDÍ)
LA LOTTA
PER LA LIBERTÀ
Emilio Bacardí Moreau ebbe due grandi passioni. Il suo rum e il suo paese. Rischiò la vita per Cuba nella lotta per l’indipendenza dalla Spagna. Nonostante gli arresti, la prigionia e l’esilio, non si diede mai per vinto. E il suo coraggio fu ricompensato al rientro in patria, quando fu nominato primo sindaco liberamente eletto di Santiago de Cuba.
Pensava che le persone dovessero avere completa libertà di parola e di scrivere tutto ciò che volevano, esprimendo il loro punta di vista rispetto alle loro richieste.
GUILLERMO GARCIA LAY
(6° GENERAZIONE DELLA FAMIGLIA BACARDÍ)
LE FESTE
Nel 1919 gli Stati Uniti proibirono la produzione e la vendita di alcolici. E la festa si trasferì a Cuba, dove il nome Bacardí divenne leggendario per i party che duravano interi weekend.
L’Avana aveva una vita notturna molto intensa, ad esempio il famoso nightclub Tropicana. Negli Stati Uniti non c’era mai stato nulla di simile.
FRANCISCO CARRERA JUSTIZ
(5° GENERAZIONE DELLA FAMIGLIA BACARDÍ)
L’ESILIO
Il 1960 fu l’anno della rivoluzione cubana. I beni della Bacardí furono confiscati e la famiglia cercò rifugio negli Stati Uniti. Arrivarono con niente. Ma con determinazione e passione tornarono presto in affari, producendo il loro rum leggendario.
Diventammo degli esuli e non era una bella vita: non avevamo denaro, famiglia, niente. Abbiamo dovuto lavorare molto duramente, ma alla fine ce l’abbiamo fatta.
FRANCISCO CARRERA JUSTIZ
(5° GENERAZIONE DELLA FAMIGLIA BACARDÍ)

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